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Ca' Corner della Ca' Granda

Ca' Granda Corner a San Maurizio

Coordinate: 45°25′54″N 12°19′54″E
Venezia, San Marco 2662

Caterina Corner non riuscirebbe oggi a riconoscere il palazzo che suo fratello Giorgio acquistò dalla famiglia Malombra nel 1499 per 22.000 ducati, una dimora davvero sontuosa a giudicare dalle cronache dell'epoca, ma soprattutto un palazzo degno del rango della famiglia.
Nel 1527 Giorgio Corner morì ed ebbe inizio una lunga causa tra i quattro figli per dividersi l'eredità paterna. Mentre la causa era ancora in corso, la notte tra il 15 ed il 16 agosto 1532 il palazzo prese fuoco, forse a causa delle braci tenute accese, come d'uso, per asciugare alcune casse di zucchero. L'incendio fu disastroso a tal punto che Tassini racconta che Marin Sanudo, testimone diretto dell'evento, "lasciò scritto ne' suoi «Diari» che allora restò in piedi «solum la riva con le colonne»".
Oltre al palazzo andò perduta un'ingente quantità di merci custodite nel palazzo e anche gli arredi, parte dei quali era appartenuta alla regina di Cipro. Dal punto di vista economico dovette trattarsi di un colpo durissimo se la famiglia nello stesso anno fece richiesta alla Repubblica di un sostegno economico per la ricostruzione del palazzo, il cui incarico venne attribuito a Jacopo Sansovino.

 

Ca' Corner della Ca' Granda

Venezia, Ca' Corner della Ca' Granda

I lavori proseguirono per alcuni decenni e alla morte del Sansovino, nel 1570, non risulta ancora concluso. Il palazzo, di ispirazione classicheggiante, presenta una commistione di elementi riconducibili tanto alla tradizione veneziana quanto a quella romana. I Corner vantavano ascendenze riconducibili alla Gens Cornelia e un richiamo al mondo romano aveva lo scopo di magnificare le origini e la nobiltà della casata, come era avvenuto anche nel caso emblematico della Sala dei Giganti a Padova.
L'edificio, articolato su tre piani, risulta decorato a bugnato al pian terreno, mentre al primo ed al secondo piano si succedono lo stile ionico e quello corinzio.  La disposizione di loggiati e finestre riprende il sapiente gioco dell'alternanza tra pieni e vuoti tipica del palazzo veneziano ma, al contempo, conferisce unità alla facciata, abbandonando l'altrettanto tradizionale tripartizione. La grande novità relativa alla disposizione dello spazio interno concerne l'inserimento di una vasta corte che costituirà un modello nelle epoche seguenti.
Si comprende come il palazzo, oltremodo fastoso non solo per l'architettura ma anche per gli arredi interni, costituisse di per sé novità e motivo di vanto. Esso rimase di proprietà dei Corner sino agli inizi del XIX secolo. Caduta la Repubblica nel 1797, qualche anno dopo si verificò un secondo rovinoso incendio che interessò il tetto e l'ala destra dell'edificio; anche a seguito di questo accidente, Andrea Corner lo vendette al Governo austriaco che vi installò gli uffici della Luogotenenza Imperiale. Nel 1824 una splendida vera da pozzo cinquecentesca venne trasportata in Campo San Zanipolo, dove si trova ancor oggi, ancorché piuttosto rovinata. Col passaggio dal governo austriaco a quello italiano il Palazzo continuò ad essere sede di uffici pubblici, in particolare la Prefettura e l'Amministrazione provinciale, subendo alcune ulteriori ristrutturazioni nel periodo tra il 1870 ed il 1875 e, successivamente, in epoca fascista.


Una esauriente galleria di foto è presente in:
http://www.patrimonio.provincia.venezia.it/html/immobili_dett.asp?IDImmobile=115&IDCategoria=6&IDDestinazione=243